Uno splendido esempio di generosità delle banche
Vi rappresento in un racconto il gaudio di un piccolo imprenditore che sta per fare il pignoramento, si, il pignoramento, dei mobili di una filiale di una banca, si, di una banca...
Tralascio per una volta l’argomento per il quale ho in corso la battaglia, simile a quella di Don Chisciotte, per veder accertare la illegittima, vessatoria e penalizzante modalità di calcolare gli interessi sui mutui, per raccontare un fulgido esempio di correttezza del sistema bancario.
Una banca locale nel 2019 fa emettere ad un Giudice del Tribunale di Potenza un decreto ingiuntivo a carico di una piccola azienda edile, colpevole, secondo la banca, di non pagare un debito generatosi su un conto corrente per ca. 35.000,00 euro. La piccola azienda, convinta che la banca avesse esagerato nell’addebito di interessi, commissioni e spese, violando senza ritegno la legislazione di settore, ha fatto una seria opposizione all’iniziativa della banca.
Dopo 5 anni, durante i quali ovviamente la Banca, convinta del suo credito, ha segnalato come cattivo pagatore la piccola azienda alla Centrale dei Rischi del sistema bancario, impedendole di fatto qualsiasi ricorso al credito, anche per l’acquisto di un cellulare a rate, il Giudice di Potenza, dopo una indagine contabile e processuale attenta e scrupolosa, ha concluso che in realtà il conto corrente di quella azienda, alla data del 2019, non era debitore per 35.000,00 euro, ma creditore di 15.000,00 euro, a causa della disinvolta condotta nel calcolo di interessi e commissioni in violazione di ogni regola di correttezza imprenditoriale e commerciale e in dispregio di tutte le norme che regolano il contratto tra imprenditori.
Ovviamente, e ne faccio una narrazione figurata, il piccolo imprenditore si è recato in filiale per sussurrare: cari signori, mi dicono dal Tribunale che non devo dare io a voi 35.000,00 euro, ma siete voi che ne dovete a me 15.000,00 e sono qui per ritirarli. Tuttavia gli operatori di banca, nascondendosi dietro i superiori uffici, la direzione generale, gli appelli e la granitica certezza di avere sempre una ragione divina, si sono rifiutati.
Il piccolo imprenditore è tornato dal suo avvocato ed è stato costretto a fare un precetto, ossia a rivolgersi al Tribunale, nuovamente, per il suo diritto acciocché la sentenza fosse rispettata ed eseguita dalla banca creditrice diventata debitrice.
Ecco, siamo in attesa degli esiti della vicenda: il piccolo imprenditore, come è suo diritto e gaudio, ha chiesto ora al Giudice di Pignorare nell’ordine: i computer e le scrivanie della filiale, il denaro contante presente nelle casse ed il conto intrattenuto da questa banca presso la Banca d’Italia: ho chiesto al piccolo imprenditore e al suo avvocato di chiamarmi quando l’Ufficiale Giudiziario si recherà in banca per eseguire il pignoramento: sarà una scema da libro cuore.