Per questa volta clinicafinanziaria.it vuole rispondere ad una serie costante di di richieste di ausilio in tema di allocazione del risparmio
Lasciando per questa volta il tema dei finanziamenti, principale tema di informazione del sito, si vogliono fornire alcuni spunti ed indizi di comportamento per chi intende investire i risparmi o comunque non tenerli giacenti sui conti bancari in una fase di inflazione accentuata.
Vorrei per questa volta uscire dal canonico compito di clinicafinanziaria.it di informare in materia di finanziamenti ed illegittimi comportamenti delle banche nei prestiti e mutui e fare una sortita nel territorio del risparmio.
Si ricevono spesso infatti richieste di consigli in merito a come impiegare i propri risparmi personali e familiari in modo sicuro e remunerativo, soprattutto in questo momento in cui, con l'elevata inflazione con cui conviviamo, tenere i risparmi sui conti correnti comporta una sicura perdita di valore del risparmio stesso: e certamente le banche non assumono iniziative credibili al fine di promuovere una più attenta ed oculata gestione del risparmio, giacchè per la banca, avere i risparmi dei clienti sui conti, remunerati a tasso zero, costituisce un grandissimo vantaggio speculativo di cui non si priva facilmente.
Mi preme far comprendere, in questa materia delicata almeno quanto quella dei finanziamenti, che quando ci si rivolge al proprio istituto di credito, all’ufficio postale, al promotore finanziario di fiducia, si innesca un corto circuito intricato e complesso per il quale ognuna delle due parti guarda innanzi tutto al proprio interesse. Il risparmiatore ha interesse affinché i propri risparmi abbiano un’adeguata remunerazione, e ne abbia disponibilità quando sorgono le necessità e non vengano intaccati da perdite. La controparte finanziaria ha invece l’interesse a detenere quella somma di denaro per il massimo tempo possibile e che il suo possesso generi il massimo utile possibile per il proprio bilancio. Sono interessi del tutto contrastanti ed antitetici: di questo conflitto di interessi il legislatore italiano e comunitario ha preso via via coscienza nel corso degli ultimi trent’anni, predisponendo un apparato normativo a tutela del contraente manifestamente più debole. Il risparmiatore infatti non dispone di strumenti informativi che gli consentano di valutare adeguatamente le proposte di investimenti che la controparte propone, tendendo in linea di massima a fidarsi delegando l’allocazione dei risparmi totalmente agli interlocutori finanziari. Non sempre questo rappresenta una scelta oculata e la verifica della bontà e della adeguatezza dell’investimento non avviene se non dopo molto tempo, con un effetto sorpresa che potrebbe condurre a spiacevoli conseguenze.
Si forniscono alcune informazioni di massima :
- Per comprendere se le proposte delle banche sulla allocazione del risparmio siano adeguate e non nasconda perfide insidie sarebbe necessario ottenere il parere di un consulente finanziario INDIPENDENTE e non legato da accordi di dipendenza o collaborazione con singoli istituti di credito.
- Quando si riceve una proposta di investimento, è opportuno farsi consegnare un prospetto informativo riepilogativo delle principali condizioni: tasso di interesse, vincolo, garanzia di assenza di perdite in conto capitale, limiti temporali alla disponibilità delle somme depositate
- Se il prospetto, come spessissimo accade, non è comprensibile, occorre farlo esaminare da un consulente finanziario indipendente o da qualche persona di fiducia che abbia un certo grado di conoscenze finanziarie
- Occorre, prima di sottoscrivere qualsiasi contratto, accertarsi che le condizioni dell’investimento siano consone alle proprie aspettative ed al proprio grado di rischio di perdite eventuali.