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Nell'imminenza della sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla legittimità degli interessi sui mutui

Qualche riflessione in forma di previsione sugli esiti possibili della decisione del supremo organo giurisprudenziale sul tema dei mutui a rimborso graduale: l'importanza della decisione sarà causa di rigore scientifico o paravento di decisioni salomoniche?  

Mancano ormai poche settimane alla decisione della Corte di Cassazione che stabilirà i principi di diritto che le banche devono seguire nella predisposizione dei piani di ammortamento dei mutui, nel calcolo degli interessi, nella definizione della rata dei mutui a rimborso graduale.

In questi giorni sia sulla stampa che nelle comunicazioni sociali, molta enfasi è stata data all’altra sentenza della Corte di Cassazione dello scorso dicembre che, sempre in tema di mutui, apre finalmente uno spiraglio ai mutuatari, con tutti i limiti che ho raccolto nel mio articolo sul blog clinicafinanziaria.it lo scorso 30 gennaio, per un pur modesto rimborso di una parte degli interessi pagati sui mutui a tasso variabile nei ormai lontani anni 2005 – 2008.

Ben più alte le aspettative invece per la sentenza che attendiamo a partire dall’udienza in seduta pubblica, a Sezioni Unite, del prossimo 27/02: ma quale orientamento prevarrà? A quale clima o sentiment si adegueranno i giudici?

Se dovesse prevalere il rigore scientifico non credo ci siano dubbi sugli esiti: è talmente pacifica la violazione della normativa sulla trasparenza e sul valore e la dignità della volontà delle parti che si trasfigura nel sacro contratto, che dovrebbe essere naturale sancire che fino ad ora si è assistito a uno stupro della buona fede dei sottoscrittori dei mutui, ad una violenza economica ai danni di tutti coloro che hanno sottoscritto un mutuo con rimborso rateale.  

Se tra i consiglieri dovesse prevalere l’adagiarsi sulla paura, già comparsa nel menzionato convegno di studi dello scorso 31 gennaio , che se dovesse essere riconosciuta la illegittimità della prassi adottata dalle banche potrebbe “saltare il sistema bancario e con esso il sistema economico” a causa della mole di rimborsi cui le banche dovrebbero far fronte, da questa modesta sede teniamo a rassicurare i Giudici. Il sistema bancario italiano, come testimoniano le cifre, è solidissimo, basti pensare che solo nel 2023 solo le prime tre banche italiane hanno avuto 23 miliardi di utili ( benchè non certo per merito loro) , diconsi 23 miliardi, che da soli fanno circa 1,50 del PIL. Ma soprattutto, e l’ho sostenuto in altri miei contributi, accadrà quel che è successo per l’altra vessazione decennale adottata dalle banche, l’anatocismo sui conti correnti, che coinvolgeva una platea ben più ampia e importi ben più generosi: in pochi sapevano della opportunità di ottenere rimborsi degli interessi illegittimi pagati sui conti correnti e, di questi pochi,  ancor meno ne hanno colto l’opportunità, vuoi per timore reverenziale, vuoi per i tempi della giustizia, vuoi per i costi della operazione.

Se poi dovesse prevalere tra i consiglieri della Cassazione a Sezioni Unite, la volontà di dare un colpo un cerchio ed uno alla botte, di arrivare ad un provvedimento salomonico, al momento imprevedibile nelle sue dimensioni e nei suoi confini, avremo avuto un altro esempio di asservimento del diritto alla ragion di banca: ce ne sono stati nel recente passato, ma in questo caso avrebbe un sapore ancora più amaro perché fondato davvero sul calpestio del diritto e financo dell’algebra.     

 


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