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Il racconto un’altra storia di ordinaria prevaricazione da parte di una banca.

Nonostante la Cassazione avesse dichiarato illegittima l'iscrizione ipotecaria su alcuni beni immobili, la banca ha fatto vendere lo stesso in asta  quei beni causando danni irreversibili al debitore. 

Nel 2014 un’azienda umbra stipula un mutuo ipotecario con una banca, la quale pretende di iscrivere ipoteca su immobili il cui valore commerciale era di 5 volte superiore all’importo del mutuo (erogazione di 800.000,00 e  valore immobili 4.000.000,00). Davanti alle deboli rimostranze dell’azienda ovviamente la banca oppone la sua sleale risposta: “o così o niente mutuo” e ovviamente il contratto di mutuo viene stipulato ugualmente.

Alcuni anni dopo il debitore si rivolge alla magistratura, chiedendo la riduzione dell’ipoteca al valore previsto dalla normativa, ossia al doppio dell’importo del mutuo concesso. In primo grado il Tribunale respinge la richiesta, con l’effetto immediato che la banca si incattivisce e, al primo segnale di difficoltà aziendale a pagare le rate, causato peraltro dal fatto che non poteva vendere gli immobili ipotecati per fare liquidità, immediatamente si vendica, revoca il beneficio del termine del mutuo e comincia la procedura esecutiva per vendere gli immobili ipotecati.   Gli immobili vengo tutti venduti all’asta, ovviamente a prezzi vili e ben inferiori al valore effettivo, creando un danno al cliente incalcolabile.

Ma nelle more del processo di esecuzione e vendita forzata, la Corte di Appello di Perugia prima, e poi la Corte di Cassazione, ribaltando la sentenza di primo grado, hanno definitivamente giudicato illegittima la eccessiva ipoteca sugli immobili iscritta dalla banca: così abbiamo avuto il paradossale risultato che gli immobili sono stati tutti venduti ed espropriati al debitore ma sulla base di una ipoteca nulla, illegittima e dunque inesistente.

Inestimabile il danno subito: gli immobili erano locati a terzi e con il ricavato dei fitti si pagavano le rateizzazioni con Agenzia delle Entrate e altri mutui con banche diverse: tutte entrate che sono venute a mancare a causa di  un illegittimo comportamento della banca che tuttavia il sistema giudiziario ha tollerato, giacché pur a fronte di sentenze, addirittura di Cassazione, l’esecuzione non si è fermata e gli immobili sono stati venduti all’asta.

Non rimane al debitore, vessato, perseguitato da una ingiusta esecuzione immobiliare, privato dei suoi beni e dei suoi redditi, non rimane dunque che cominciare un nuovo giudizio per il risarcimento dei danni, un altro calvario di diversi anni con spese legali e contorcimenti processuali: verrà citata in giudizio sicuramente la banca, che con estrema leggerezza e senso di impunità ha fatto vendere gli immobili pur se  di fatto non gravati da ipoteca, ma verrà anche valutato il comportamento del Giudice dell’esecuzione che non ha mai, almeno, sospeso la vendita all’asta dei beni immobili.


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